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La malattia emorroidaria è una condizione molto frequente nella pratica clinica. Più della metà della popolazione sviluppa le emorroidi di solito dopo i 30 anni ma è impossibile fornire una accurata determinazione della loro preva-lenza. Sebbene molti pazienti si presentino con disturbi sintomatici, molti non lamentano alcun sintomo. Se questi individui possono venir considerati malati rimane una questione aperta.
La patologia emorroidaria è interpretata come il risultato di condizioni vascolari e fenomeni meccanici. Un aumento del-la pressione addominale o del tono sfinteriale anale si tramutano in un ostacolo al deflusso venoso dei plessi emor-roidari che nell’ uomo, causa la posizione eretta, sono già gravati dal peso gravitazionale del sistema portale privo di valvole.
L’ aumentato ingorgo venoso si traduce in un aumento del volume dei cuscinetti che vanno a sporgrere abbondante-mente nel canale anale.
La gravidanza, l’ obesità, la cirrosi epatica, la stipsi,  vengono così a costituire tutte condizioni predisponenti la malattia emorroidaria. Anche i ripetuti sforzi per l’ evacuazione causano rigonfiamento delle emorroidi che tendono inoltre a scivolare lungo il canale anale, stirando il tessuto di ancoraggio.
Con il tempo lo stroma fibroelastico e muscolare perde la capacità di riportare i pacchetti emorroidari nella posizione originaria e l’ allungamento dell’ ancoraggio dei cuscinetti alla parete muscolare permette il prolasso. Il risultato è che le vene si dilatano, le loro pareti diventano sottili, congeste e sanguinano facilmente.
TERAPIA MEDICA O CHIRURGICA  DELLE EMORROIDI
Come già  detto, ruolo fondamentale nella scelta terapeutica delle emorroidi è la sintomatologia,  presupponendo che i pazienti che visitiamo sono tutti sintomatici dovremo scegliere quali trattare con una terapia conservativa e quali pro-grammare per l’ intervento chirurgico.
I criteri su cui si basa questa scelta sono influenzati da alcuni fattori intercambiabili, l’ obiettività della visita   e la estra-zione medica o chirurgica del medico, la collaborazione del paziente, precedenti tentativi terapeutici, recidiva della sintomatologia a tempi brevi, sospetto di malattia neoplastica e così via.
Si puo’ dire comunque che circa il 90 % delle malattie emorroidarie viste ambulatorialmente possono essere trattate in prima istanza con terapia medica conservativa e norme igieniche,  e che la maggior parte di queste non verrà sot-toposta ad intervento chirurgico (seguendo i presupposti suddetti).
Si cercherà con i relatori presenti di dare risposta a questi quesiti, orientando in modo particolare medici di base e specialisti a seguire il percorso corretto per la gestione più favorevole al paziente.